Appello ADI «Salviamo la ricerca per salvare il pianeta»

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L'appello dell'ADI è stato ospitato su Il Sole 24 Ore - Scuola24 lo scorso lunedì 30 settembre 2019. 

In questa pagina pubblichiamo la versione integrale e i link delle repliche ricevute.

 

«Salviamo la ricerca per salvare il pianeta»: è questo lo slogan con cui noi dottorandi e dottori di ricerca di ADI - Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia siamo scesi in piazza nella giornata del 27 settembre. Insieme a colleghi e studenti abbiamo preso parte alle mobilitazioni per il clima lanciate dal movimento dei Fridays for Future nelle città di tutto il mondo, con l’obiettivo di porre al centro dell’attenzione un tema - quello della crisi climatica - che finalmente inizia a occupare il dibattito pubblico, ma che nei fatti fatica ad entrare con risolutezza nell’agenda politica del nostro Paese.

Nella giornata di venerdì, in occasione della Notte europea dei ricercatori, centinaia di studiosi da tutta Italia hanno deciso di dibattere di crisi climatica con il pubblico e lo hanno fatto portando fuori dalle mura delle università e dei laboratori i risultati delle proprie ricerche. È anche per questo che ci appelliamo alla politica affinché affronti con determinazione il problema della sostenibilità del sistema universitario e della ricerca pubblica, mondi legati appunto a doppio filo al tema della sostenibilità ambientale.

Il nostro appello muove quindi dalla necessità di sviluppare appieno le potenzialità del sistema accademico nel contribuire a un processo di transizione e riconversione energetica, di acclimatamento infrastrutturale e di innovazione sociale. È necessario mettere in campo un ragionamento complessivo sulla sostenibilità del sistema economico, produttivo e sociale che necessita di un cambio di rotta non più rimandabile.

È necessario, dunque, assicurare anche la sostenibilità del sistema universitario e del mondo della ricerca che - vessati da anni di sottofinanziamento - arrancano sempre di più, con pesanti conseguenze sul comparto nel suo complesso (forte sperequazione territoriale nella ripartizione delle risorse, assenza di edilizia universitaria a favore degli studenti, etc.) e sulle vite di ricercatori e ricercatrici, troppo spesso segnate da esperienze di cronico e scoraggiante precariato. Un quadro drammatico e deleterio che può essere superato solo con una coraggiosa e radicale riforma del reclutamento e del welfare per i ricercatori accompagnata da un congruo rifinanziamento complessivo dell'università, degli enti di ricerca pubblici e dei sistemi di incentivazione per la ricerca e l'innovazione.

Proprio in queste settimane si discute della composizione della prossima manovra economica e delle prime misure del Green New Deal italiano: un’occasione da non perdere. L’ADI ritiene necessario che in questa fase  le istituzioni europee si impegnino a scorporare dal computo del rapporto deficit/PIL gli investimenti in università e ricerca - proprio affinché gli Atenei e gli istituti di ricerca possano svolgere il loro fondamentale ruolo di trasformazione della società attraverso la conoscenza che producono - e ritiene fondamentale includere il sistema accademico tra gli attori interessati in un lungimirante piano di investimenti e riconversione energetica.