Il 16 gennaio 2024, presso la Camera dei Deputati a Roma, l’ADI - Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia presenterà la sua XI Indagine sulle condizioni di lavoro e la salute mentale del dottorato di ricerca. Si tratta della prima analisi mai realizzata a livello nazionale per sondare lo stato di benessere dei dottorandi in corso. L’indagine ha analizzato le condizioni economiche, di lavoro e di soddisfazione di più di 7.000 partecipanti iscritti a un dottorato, circa un sesto della popolazione totale, facendo emergere una situazione estremamente critica: circa la metà della comunità dottorale italiana risulta ad alto rischio per quanto riguarda stress, ansia e depressione.
I principali fattori che condizionano lo stato di benessere e di salute mentale, che operano congiuntamente e sono spesso combinati tra loro, risultano essere da un lato la precarietà economica e contrattuale, dall’altro la cattiva qualità del lavoro, cioè l’eccessivo carico di mansioni affidato ai dottorandi, in un contesto spesso ostile e discriminatorio. Infatti, il numero di essi che non arriva a fine mese, in aumento rispetto alle scorse rilevazioni, sfiora il 15%, e ampia è la fascia di chi vi riesce con grande fatica e sacrificio. A fronte di nessuna gratificazione economica e assenza di prospettive, ben un quarto di essi lavora oltre le 45 ore a settimana, in un combinato disposto difficilmente sostenibile senza ricadute in termini di salute fisica e mentale. Non si può inoltre dimenticare che tali dinamiche colpiscono ancor più duramente le persone che appartengono a vario titolo a uno o più minoranze, tra cui le donne, chi lavora in ambito umanistico o chi lavora negli atenei del Sud Italia.
All’insicurezza economica e al disequilibrio tra lavoro e vita privata, si aggiunge poi la disillusione sul proprio futuro professionale: l’incertezza per il prosieguo della carriera è percepito dall’88% del campione, e oltre la metà delle persone inizialmente intenzionate a rimanere nel mondo accademico italiano dichiara di aver poi abbandonato il proposito. A questo disincanto contribuisce anche la qualità dei rapporti con il proprio tutor: laddove la supervisione viene a mancare, vi è sia un più accentuato stress lavoro-correlato, sia una incapacità di pianificazione del proprio futuro, perché mancano i contatti e gli strumenti di conoscenza basilari per poter cercare una posizione lavorativa successiva.
Alla luce dei dati raccolti, il benessere psicologico delle dottorande e dei dottorandi appare strettamente interrelato alla precarietà strutturalmente insita nell’attuale configurazione del percorso di dottorato. Molte delle storture emerse dalla XI Indagine ADI, se adeguatamente corrette, potrebbero condurre in tempi rapidi a enormi miglioramenti, non tanto e non solo delle vite personali di dottorandi e dottorande, ma anche e soprattutto dell’intera comunità accademica e del suo ruolo sociale come vettore di prosperità economica, sviluppo sociale e progresso morale dell’intero Paese.
La conferenza di presentazione dell’indagine verrà ospitata dall’On. Rachele Scarpa, Promotrice dell’Intergruppo Parlamentare per la tutela e la promozione della Salute Mentale, Partito Democratico, e vedrà la partecipazione della Dott.ssa Rosa Fioravante, Segretaria nazionale ADI, del Prof. Paolo Vincenzo Pedone, Presidente del Consiglio Universitario Nazionale (CUN), del Prof. Antonio Felice Uricchio, Presidente dell’Agenzia nazionale di valutazione del sistema universitario e della ricerca (ANVUR), del Prof. Francesco Priolo, Rettore dell’Università degli Studi di Catania, coordinatore della Commissione ricerca della Conferenza dei rettori delle Università Italiane (CRUI), della Dott.ssa Marcella Gargano, Direttrice generale delle istituzioni della formazione superiore, Ministero dell’Università e della Ricerca (MUR), e di Alessia Conti, Presidente del Consiglio nazionale degli studenti universitari (CNSU).