Garantire a tutti i dottorandi fondi aggiuntivi per la mobilità sporadica e internazionale

Il nuovo regolamento del dottorato di ricerca (DM 45/2013) ha introdotto un budget aggiuntivo per la mobilità sporadica (pari al 10% dell’importo di una borsa) mentre l’ANVUR, nel nuovo documento sull’accreditamento dei corsi, ha ribadito la necessità di prevedere un budget pari al 50% dell’importo della borsa in caso di periodi di soggiorno all’estero fino a 18 mesi.

La nostra azione in CNSU è stata orientata da due principi: l’estensione di queste misure a tutti i dottorandi, inclusi i senza borsa, e l’utilizzo dei relativi fondi come fondi individuali e non come fondi di funzionamento del corso di dottorato (per cui sono previsti appositi stanziamenti dipartimentali). Alcuni atenei, infatti, si sono opposti all’applicazione delle suddette misure, in maniera indiretta, evitando di informare i dottorandi di questo loro diritto, o diretta, arrivando a negarlo.

 

Cosa abbiamo fatto

Attraverso il CNSU abbiamo chiesto l’effettiva e generalizzata applicazione del dettato normativo del DM 45/2013, ottenendo un grande successo. Nelle linee guida per l’accreditamento delle sedi e dei corsi di dottorato, il MIUR ha esplicitato l’estensione anche ai dottorandi senza borsa del budget di ricerca pari al 10% di una borsa, definendolo non come generica disponibilità finanziaria del corso ma come fondo che “va comunque assicurato” a ciascun dottorando.

Per integrare il suddetto provvedimento, in una recente seduta del CNSU abbiamo proposto una mozione, votata all’unanimità, con cui si chiede al MIUR di garantire a tutti i dottorandi, con o senza borsa, anche il budget aggiuntivo pari al 50% dell’importo della borsa per periodi di soggiorno all’estero fino a 18 mesi. Nella mozione abbiamo chiesto, inoltre, lo stanziamento di fondi aggiuntivi a livello ministeriale affinché tutti i dottorandi possano beneficiare di questa misura già a partire dal XXXII ciclo. Vogliamo scongiurare il rischio che, In assenza di fondi aggiuntivi, le risorse necessarie per garantire il suddetto budget vengano trovate tagliando ulteriormente l’offerta dottorale.

 

Cosa vogliamo fare

Continuano a moltiplicarsi le segnalazioni da parte di colleghi che scoprono di non essere stati informati dai rispettivi atenei del loro diritto a fruire del budget del 10%. Alcune università, tenendo all’oscuro i dottorandi e interpretando la normativa in modo arbitrariamente restrittivo (e illegale!), scelgono di fatto di non applicarla. Intendiamo quindi chiedere che il MIUR garantisca l’accesso effettivo al budget per la mobilità sporadica, mettendo a disposizione dei dottorandi uno sportello per poter segnalare casi di mancata o scorretta erogazione dei relativi fondi.

Inoltre, continueremo a fare pressione sul Ministero affinché intervenga per sancire con chiarezza l’estensione a tutti i dottorandi anche del budget per la mobilità internazionale.