Le dichiarazioni del Ministro degli Interni Matteo Salvini al Corriere della Sera del 13 giugno, relative al rapimento e all'omicidio di Giulio Regeni, hanno destato le preoccupazioni della famiglia di Giulio e provocato un'ondata di indignazione in tutti coloro che, da tempo, lottano per ottenere verità e giustizia per il giovane dottorando italiano.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo una lettera dei dottorandi, delle dottorande, dei docenti e delle docenti del corso in "Human e Social Sciences" dell'Università del Salento, dedicato alla memoria di Giulio Regeni. Nella lettera i colleghi e le colleghe esprimono preoccupazione per le parole del ministro e chiedono che il governo garantisca ogni possibile tutela a chi, a causa del suo lavoro di ricerca, si trova ad operare in contesti socialmente o politicamente sensibili.
Lecce, 14 giugno 2018
Come allievi/e e docenti del Dottorato di ricerca “Human and Social Sciences” dell’Università del Salento desideriamo esprimere il nostro sostegno alla famiglia di Giulio Regeni in relazione alle recenti dichiarazioni del Ministro dell’Interni Matteo Salvini.
Il nostro corso di Dottorato è intitolato alla memoria di Giulio e per tale motivo sentiamo ancor di più il dovere di rispondere alle infelici parole del Ministro, il quale ha dichiarato di comprendere “bene la richiesta di giustizia della famiglia di Giulio Regeni. Ma per noi, per l’Italia, è fondamentale avere buone relazioni con un Paese importante come l’Egitto”.
Queste affermazioni suonano come poco rispettose nei confronti dei familiari di Giulio, che vengono nuovamente abbandonati dal governo italiano: nessun cambiamento effettivo avviene a difesa della causa di un cittadino italiano ucciso all’estero.
La famiglia Regeni e Amnesty International sostengono che il supporto dello Stato Italiano alla loro lotta sia non solo un atto di giustizia, ma anche di garanzia per la sicurezza di tutti i cittadini italiani che si trovano all’estero, per lavoro o per piacere.
La dichiarazione sembra riflettere non solo grave insensibilità nei confronti della vicenda umana di Giulio, dei suoi familiari e dei loro legali in Egitto, ma anche scarso rispetto per il lavoro che svolgeva. Ricordiamo, infatti, che fare ricerca implica anche un impegno a contribuire allo sviluppo del paese e al miglioramento della società in tutti i suoi aspetti.
Al pari di altre posizioni e ruoli professionali, ricercatori e dottorandi devono essere tutelati e poter contare su garanzie di incolumità e giustizia da parte delle istituzioni, perché siano loro assicurate le migliori condizioni di lavoro in qualunque contesto.
Verità per Giulio Regeni!
I/le dottorandi/e e i/le docenti
del dottorato di ricerca "Human and Social Sciences"
dell’Università del Salento
Pubblicato Mer, 20/06/2018 - 10:42
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