Nella giornata di ieri un’ordinanza del TAR del Lazio ha sospeso l’efficacia del provvedimento con cui il Senato Accademico dell’Università degli Studi di Milano, il 27 maggio scorso, deliberava l’introduzione del numero programmato per le facoltà umanistiche. Il ricorso, presentato a fine luglio dall’Unione degli universitari (UDU), verrà discusso nel merito il prossimo 9 maggio.
Fin da subito l’ADI ha adottato una posizione duramente critica nei confronti del provvedimento, pubblicando e sottoscrivendo un documento dei dottorandi della Statale in cui i colleghi esprimevano critiche nel merito e sul metodo con cui la misura è stata approvata, deprecando la netta chiusura al dialogo e al confronto da parte delle massime autorità accademiche.
La prova di forza del Senato Accademico dell’ateneo milanese si rivela ora del tutto inutile, così come si rivelano del tutto inconsistenti le motivazioni addotte a sostegno del numero programmato, necessario – secondo la Statale – a garantire la possibilità di fruire di strutture e laboratori da parte degli studenti. Tali motivazioni, infatti, sono ritenute prive di sostanza anche dal TAR, come evidenziato nel testo della sentenza cautelare.
Dopo questa sentenza è più che mai necessario spezzare il circolo vizioso tra scarsità di risorse e riduzione del numero dei docenti e degli studenti. Sul tema si è già espresso il Consiglio Universitario Nazionale (CUN), che nella seduta dello scorso 12 luglio ha approvato una mozione proposta da ADI e LINK sui corsi a numero programmato, in cui si chiede:
- L’adozione di un piano nazionale di reclutamento in tutte le fasce di docenza, finanziato con un incremento della quota libera di FFO;
- La programmazione di risorse per l’edilizia universitaria, in modo tale da garantire adeguati spazi per la didattica;
- L’introduzione di adeguate politiche di orientamento universitario, per ridurre il tasso di abbandono degli studi.
È necessario che queste misure vengano messe in pratica, per arrivare a un sistema che garantisca condizioni dignitose per tutti: l'accesso ai corsi per gli studenti e l'allargamento della base docente attraverso un piano straordinario di reclutamento. Il tema del reclutamento, in particolare, è oggetto della petizione #ricercaèfuturo, promossa da ADI, FLC ed ARTeD, che ad ora ha raccolto più di 6000 firme.
Pubblicato Ven, 01/09/2017 - 09:41
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