La III Indagine annuale ADI, presentata l'8 febbraio 2013 presso la Sala Congressi del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca Sociale dell'Università "La Sapienza" di Roma, conferma i dati della precedente edizione, evidenziando tendenze fortemente negative che si profilano come strutturali.
Il numero di posti da RTDa e RTDb banditi nel corso dei primi anni post riforma è talmente basso da condannare larga parte dei giovani ricercatori all'espulsione dal sistema accademico.
La tassazione per i dottorandi senza borsa rimane segnata da una profonda disomogeneità non solo a livello nazionale ma anche all'interno dei singoli atenei. Si calcolano in oltre 200 milioni di euro le risorse sottratte, in termini di riduzione delle borse bandite, al dottorato di ricerca nell'ultimo quinquennio; il dato risulta ancora più preoccupante in quanto relativo solo a un terzo delle università italiane.
Allargando lo sguardo alla situazione europea, nella conferenza si presenta per la prima volta nel dibattito pubblico un'analisi destinata a smentire incontrovertibilmente i sostenitori dell'idea che "in Italia abbiamo troppi dottorandi": in base alle elaborazioni ADI su dati Eurostat, infatti, l'Italia figura agli ultimi posti tra i Paesi europei per numero di dottorandi ogni 1.000 abitanti.
Assieme al confronto con le altre realtà nazionali, la III Indagine introduce anche una dettagliata analisi dei tassi di rappresentanza per dottorandi, assegnisti e ricercatori a tempo determinato all'interno degli atenei italiani: ne emerge un quadro desolante, in cui solo un quarto delle università, in base ai parametri considerati, garantisce un livello dignitoso di rappresentanza.