Il 17 gennaio 2014 l'ANVUR (Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca) ha reso pubblico il documento ”L’accreditamento dei corsi di dottorato”, contenente una serie di criteri e indicatori per l’accreditamento e la valutazione dei corsi di dottorato in Italia, a partire dal XXX Ciclo. Il documento, provvisorio, è stato sottoposto in questi giorni all'attenzione della Comunità scientifica ed è stato oggetto di analisi in seno al CUN (Consiglio Universitario Nazionale).
«Riteniamo che il documento preliminare dell'ANVUR vada nella direzione di imporre un ulteriore, grave sacrificio all'intero sistema dottorale italiano, determinando una nuova riduzione del numero dei corsi di dottorato attraverso la loro concentrazione sotto l'aspetto disciplinare», dichiara Antonio Bonatesta, Segretario nazionale ADI. In questo senso, il documento ANVUR andrebbe a sommare i suoi effetti a quelli già scatenati dal precedente DM 45 del febbraio 2013 che, nel passaggio dal XXIII al XXIX Ciclo, ha provocato un'emorragia di oltre 600 corsi.
Suscita del resto forti perplessità il “doppio movimento” impresso al dottorato italiano nel giro di pochi mesi: se con il DM 45/2013 si è provocato un profondo processo di riduzione per accorpamento di molti corsi, ora la bozza ANVUR imposta come criterio privilegiato di accreditamento quello della spiccata settorialità. Un percorso in due tappe che sembra appositamente congegnato per imporre un'inaccettabile cura dimagrante al sistema dottorale in Italia, soprattutto se si considera che l'Italia è 21° su 32 paesi dell'area OCSE per percentuale di studenti che intraprendono il dottorato e che in Italia esistono solo 0,6 dottorandi ogni 1.000 abitanti: dato che ci vede dietro paesi come Grecia, Irlanda e Portogallo (elaborazione ADI su dati Eurostat, vedi Terza Indagine Annuale ADI su Dottorato e Post-Doc, 2013, p. 37).
Siamo costretti a evidenziare, per l'ennesima volta, come sotto la falsa veste di provvedimenti tecnici volti alla valorizzazione del merito nell’Università, vengano in realtà perseguiti obiettivi di altra natura, che spaziano dalla riduzione delle risorse pubbliche destinate alla ricerca alla riarticolazione degli assetti di potere nel sistema accademico.
Nella riunione del CUN dello scorso 28 e 29 gennaio l’ADI ha contribuito all'approvazione, all'unanimità dei voti, di una mozione con cui si chiede il ritiro del documento ANVUR. «È infatti necessario che l'Agenzia faccia un passo indietro – dichiara Giuseppe Montalbano, rappresentante dei dottorandi in CNSU (Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari) e CUN – almeno fino a quando il Ministro non avrà delineato il già annunciato quadro di emendamenti al regolamento contenuto nel DM 45/2013, come prospettato dalla relazione conclusiva del lavoro compiuta dall'apposita commissione ministeriale per la revisione della normativa sul dottorato». Il rischio è che il documento proposto dall'ANVUR determini sin da subito l'orientamento programmatico delle università e dei soggetti interessati, snaturando di fatto il percorso di revisione delle norme generali sul dottorato aperto dal MIUR.
Pubblicato Ven, 31/01/2014 - 15:07