Negli scorsi giorni due importanti atenei italiani, le Università di Roma “Sapienza” e Bari “Aldo Moro”, hanno posticipato la data di consegna della tesi di dottorato per i colleghi del XXIX ciclo, allo scopo di allineare la data di consegna a quella dei cicli precedenti e garantire la durata minima triennale del corso di dottorato.
Dopo la mozione proposta dall'ADI e approvata il 3 marzo dal Consiglio Nazionale degli Studenti Universitari e la risposta a stretto giro del MIUR (con la quale il ministero invitava gli atenei a vigilare affinché la durata minima di tre anni del corso di dottorato fosse rispettata), l'impegno dell'ADI per ottenere una durata del corso di dottorato non inferiore a tre anni per tutti i dottorandi porta dunque ulteriori frutti.
Esprime soddisfazione Danilo Amendola, coordinatore di ADI Roma: “Ci siamo impegnati sin da subito, a contrastare gli effetti discriminatori che l'anticipo della data di consegna della tesi avrebbe avuto sui dottorandi del XXIX ciclo, i quali sarebbero stati costretti a vedere ridotta la qualità del loro lavoro. La vittoria ottenuta dimostra ancora una volta quanto sia utile ed efficace il lavoro dell'ADI, che si fa costantemente carico delle istanze della categoria dei dottorandi, spesso marginalizzata nel sistema accademico.”
Pasquale Ricci, coordinatore di ADI Bari, commenta: “Il rispetto del termine minimo dei tre anni di dottorato è un atto di buonsenso, la tutela di un diritto che non riguarda solo i colleghi del 29esimo ciclo ma tutti coloro che in futuro dovessero trovarsi nella necessità di congelare il proprio percorso di studio, per maternità o altre motivazioni. Prossimo obiettivo è quello di provare a ridurre i tempi burocratici tra la fine del dottorato e la data di conseguimento del titolo.”
Questi importanti risultati sono il frutto di una mobilitazione coordinata dell'ADI a livello locale e nazionale, mobilitazione che sta proseguendo anche per restituire ai dottorandi il diritto alla proroga annuale.
Come evidenzia Antonio Bonatesta, Segretario nazionale ADI: “È da oltre un anno che l'ADI solleva la questione nelle sedi istituzionali e tutto quello che abbiamo ottenuto sono ritardi e incertezze. Ora il tempo è scaduto e i primi cicli post-riforma 2013 arrivano alla discussione finale della tesi con l'ipoteca di una situazione irrisolta. Dal basso, le nostre sedi stanno spingendo per il ripristino della proroga - obiettivo già raggiunto in alcune città - mentre la Segreteria nazionale sta conducendo consultazioni con i decisori, dai vertici della CRUI e del MIUR ai singoli rettori. Servono regole chiare, flessibilità e buon senso. Siamo certi – conclude Bonatesta – che il MIUR abbia interesse a rivedere posizioni così rigide da non essere sostenibili in sede locale: la sensazione è che ogni ateneo finirà per regolarsi a modo suo, con il risultato di accumulare sperequazioni francamente evitabili.”
Pubblicato Mar, 19/07/2016 - 15:00
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