Nella giornata di ieri il Consiglio di Amministrazione dell'Università di Padova ha approvato l'attivazione dei percorsi per l'assolvimento dei requisiti di accesso (24 CFU) al concorso pubblico per l'ammissione al percorso triennale di formazione iniziale (FIT). Questa delibera costituisce il frutto di una lunga concertazione avvenuta nelle ultime settimane tra l'Università e i rappresentanti di dottorandi e studenti, volta a migliorare il testo proposto inizialmente e approvato due settimane fa in Senato Accademico (con il voto contrario dei rappresentanti di ADI e LINK - Il Sindacato degli Studenti). La proposta iniziale dell'Università non solo non valorizzava in alcun modo il dottorato di ricerca, ma intendeva istituire un inaccettabile "numero chiuso", fissato nel numero di 300 posti e improntato a criteri di selezione irragionevoli (in particolare l'idea di dare priorità ai richiedenti più giovani avrebbe penalizzato fortemente dottorandi, dottori di ricerca e laureati che da anni aspettano un nuovo ciclo di TFA).
La delibera finale, pur presentando ancora molte criticità, accoglie alcune delle richieste dell'ADI: in particolare sarà garantito a tutti i richiedenti l'accesso ai corsi, tramite più edizioni dei corsi attivate entro la fine di quest'anno accademico; è stato abolito il contributo di 100 euro a carico dei laureati in Università diverse da quella di Padova che chiedano il riconoscimento dei crediti, purché questi si iscrivano poi ai corsi attivati a Padova per acquisire i crediti rimanenti; non è stata specificata l'obbligatorietà della frequenza dei corsi; è stata infine disciplinata nel dettaglio la fasciazione ISEE per i contributi di iscrizione a carico dei laureati.
Nelle prossime settimane continueremo la mobilitazione, avviata negli scorsi giorni tramite petizioni, assemblee pubbliche e incontri con gli organi di governo dell'Ateneo, al fine di garantire che queste linee programmatiche siano attuate e che siano valorizzati adeguatamente titoli, esperienze e competenze di dottorandi e dottori di ricerca ai fini dell'acquisizione e del riconoscimento dei crediti necessari ad accedere al percorso FIT.
“Non possiamo che apprezzare l’esito di innumerevoli richieste, petizioni e confronti con l’Ateneo, che hanno portato ad un sensibile miglioramento della proposta di delibera presentata poche settimane fa", commenta Federica Mian, coordinatrice di ADI Padova. "L’abolizione del numero chiuso rappresenta in particolare un grandissimo risultato per studenti e dottorandi che fin dall’inizio hanno denunciato la profonda ingiustizia di un simile provvedimento, unitamente agli irragionevoli criteri di selezione”.
Giovanni Comazzetto, rappresentante dei dottorandi nel Senato accademico padovano, aggiunge: “il nostro lavoro non si ferma qui: moltissimi studenti, dottorandi e dottori di ricerca attendono da mesi che il Ministero definisca regole certe ed eque rispetto a questo nuovo percorso di accesso l’insegnamento, e questa decisione dell’Ateneo non vale a dissipare tutti i dubbi. Il nostro impegno sarà rivolto soprattutto a garantire effettivamente un accesso libero e gratuito ai corsi e a valorizzare le competenze e le esperienze dei dottorandi e dottori di ricerca”.
Novità anche per quanto riguarda gli atenei romani. Il Senato accademico dell'Università di Roma "Tor Vergata" ha infatti approvato le "Linee guida per l’istituzione, l’attivazione, la gestione e l’organizzazione del Percorso Formazione 24 CFU nelle discipline antropo-psico-pedagogiche e nelle metodologie e tecnologie didattiche". Il testo fissa il pagamento della tassa d'iscrizione ai corsi per i dottorandi ai soli 16 euro dell'imposta di bollo, istituendo altresì 10 fasce di contribuzione al di sopra della no tax area, con contributi che variano tra i 50 e i 500 euro. Non è stata invece accolta la richiesta di concedere ai dottorandi almeno 6 mesi aggiuntivi da dedicare al conseguimento dei 24 CFU.
"Siamo soddisfatti per il riconoscimento dei dottorandi quali beneficiari del regime di gratuità nel conseguimento dei 24 CFU" - dichiara Sara Pilia, coordinatrice di ADI Roma - "Siamo invece molto critici per la mancanza, nel testo, dell'estensione del regime di gratuità ad una finestra temporale successiva al conseguimento del titolo. Tale misura farebbe sì che il conseguimento dei 24 CFU non eroda il tempo, già scarso, da dedicare alla ricerca; inoltre, nel caso del XXX ciclo, l'estensione del regime di gratuità è una vera e propria misura di giustizia: si uniformerebbe infatti il trattamento applicato a coloro che consegnano la tesi entro ottobre e la discuteranno prima dell'attivazione dei corsi e coloro che conseguiranno il titolo successivamente. ADI Roma continuerà a fare pressioni su tutti gli atenei romani sul tema."
Pubblicato Mer, 25/10/2017 - 15:33
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