Niente per i dottorandi, niente per gli assegnisti, niente per la ricerca: questo è il desolante quadro che emerge dalla legge di bilancio. Conosciamo le difficili contingenze in cui si trova il Paese, e proprio per questo riteniamo indecente che non si trovi neanche una briciola di risorse per il settore che più di tutti ha pagato i tagli lineari e la crisi del 2008 e che rappresenta un volano fondamentale per la crescita economica e sociale del sistema.
Soprattutto, alla luce di questo risultato, le altisonanti promesse del Ministro Fioramonti di 3 miliardi di euro di investimenti suonano come una presa in giro: tutti gli emendamenti alla legge di bilancio destinati a dare risposte al mondo della ricerca sono saltati. E se il MIUR ha evidentemente la colpa di non aver fatto entrare questi provvedimenti nel cuore dell’indirizzo politico del governo, il governo a sua volta si assuma la responsabilità di mantenere l’università e la ricerca allo stato residuale. Apprezziamo che si siano trovare risorse aggiuntive per il diritto allo studio, ma garantire questo diritto è davvero il minimo indispensabile. Anche se il governo riesce a galleggiare, sulla ricerca si va comunque a fondo. Ci aspettavamo ben altro.
Continueremo pertanto a mobilitarci insieme a tutte le componenti del mondo accademico per rivendicare la centralità dell'università e della ricerca nel sistema Italia.
Pubblicato Gio, 12/12/2019 - 14:45
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